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Implantologia

• Cos'è l'implantologia?


Grazie all'implantologia si è in grado oggi di risolvere le più disparate situazioni di edentulia (mancanza di elementi dentari), con soluzioni Protesiche fisse, o se removibili, confortevolmente ritentive.

• Cos'è un impianto, e di cosa è costituito?
L'impianto endoosseo dentale è un sostituto della radice naturale del dente.
L'impianto è una struttura in titanio, materiale diffusissimo in natura e altamente biocompatibile (accettato dall'organismo). Grazie alle capacità fisico meccaniche del titanio, l'impianto si integra nell'osso (osteo-integrazione = crescita dell'osso direttamente sulla superficie dell'impianto). Il titanio è utilizzato da decenni in diverse branche della medicina (ortopedia: protesi d'anca, protesi del ginocchio, etc.)

• Che forma ha un impianto?
Generalmente un impianto ha forma cilindrica, di diametro variabile da 3 a 7mm (generalmente 4 mm ), e lunghezza variabile tra i 5 ed i 16 mm. L'impianto ha una filettatura sul lato esterno per potersi validamente avvitare nell'osso del sito ricevente e una filettatura interna  che permette invece l'ancoraggio  del moncone( che riproduce il dente naturale preparato per il fissaggio di una protesi fissa). La scelta del tipo di impianto è dettata dalle particolare situazione anatomica della sede da trattare.

• Come viene applicato un impianto?
L'intervento richiede generalmente una piccola incisione della gengiva (rapportabile al numero di impianti da applicare) che consente di praticare un foro nell'osso, calibrato in rapporto al diametro dell'impianto selezionato. La possibilità di evitare l'incisione del lembo, è possibile in determinati casi, da valutare con accortezza.

• Quanto tempo richiede questa metodica?
Dopo l'inserzione dell'impianto occorre generalmente un intervallo di 4 / 6 mesi per l'osteointegrazione. Alla fine del periodo di integrazione ossea, con un semplicissimo intervento si scoprira' l'impianto, applicando  una vite "di guarigione",  attorno alla quale la gengiva guarirà in circa dieci giorni.
Spesso però questa vite viene messa direttamente al momento dell'intervento e sarà visibile per tutto il periodo della integrazione, evitando così la necessità del secondo intervento. A osteointegrazione compiuta  verranno applicati gli elementi protesici. È talvolta possibile l'immediata protesizzazione degli impianti ma solamente in casi selezionati e con opportuni accorgimenti. In certi casi invece la attesa potrà essere più lunga .

• Che igiene occorre praticare?
La stessa igiene praticata per la pulizia dei denti naturali, delle protesi fisse (corone, ponti) o removibili.

• Chi può praticare l''implantologia e in che ambiente deve essere effettuata?
L'applicazione di impianti come ogni altra procedura odontoiatrica può essere effettuata solamente dall'odontoiatra che per legge deve essere 1) un Dottore laureato in Odontoiatria e Protesi dentaria oppure 2) un Dottore laureato in Medicina e Chirurgia oppure 3) un Dottore laureato in Medicina e Chirurgia, Specializzato in odontoiatria.  L'ambiente in cui è praticato l'intervento deve possedere caratteristiche igienico-sanitarie e tecnologiche, atte a renderlo idoneo a questa pratica chirurgica.

• La metodica è dolorosa?
L'applicazione di uno o più impianti non è assolutamente dolorosa (sono sufficienti le normali anestesie locali comunemente utilizzate nella pratica odontoiatrica, per un intervento che va dai 30 minuti, per un impianto, ai 90 minuti per una arcata completa). Nella fase successiva all'intervento può verificarsi edema, ma i farmaci prescritti dal medico sono idonei a controllarlo.

• Si parla di rigetto degl'impianti ...
La percentuale di successo degli impianti a 10 anni dall'intervento è stimata attorno al 95-98% a seconda della sede e della tecnica utilizzata. Tali dati, supportati dalla letteratura scientifica internazionale, prendono in considerazione l'utilizzo da parte dell'odontoiatra qualificato di impianti scientificamente studiati e controllati da studi longitudinali negli anni attraverso protocolli chirurgici codificati . Il rarissimo fallimento o rigetto dell'impianto è determinato dalla mancata crescita di osso sulla sua superficie . La causa è in genere sconosciuta e potrebbe dipendere da possibili contaminazioni di superficie dell'impianto, da problematiche chirurgiche, da applicazione di protesi incongrue, da variazioni dello stato immunitario del paziente. E'comunque possibile rimuovere  l'impianto e  applicare un impianto sostitutivo dopo un certo periodo di tempo.

• Quale età è adatta alla pratica dell'implantologia?
L'implantologia può essere praticata in pazienti che abbiano portato a termine il picco di crescita corporea, ma  in genere non va effettuata prima dei 17-18 anni di vita.
L'età più avanzata per l'applicazione degli impianti è determinata dalla idoneità delle condizioni di ordine medico generale/ chirurgico che l'odontoiatra riterrà idonea, naturalmente previa consultazione col medico curante.

• Che rischi ci sono nella applicazione di un impianto?
I normali rischi della chirurgia orale, che vengono prevenuti dall'odontoiatra attuando condizioni di sterilità adeguata all'intervento e  studiando con precisione il caso radiograficamente (con radiografia endorale, radiografia panoramica, TAC dental scan).

• Quali sono le strutture anatomiche che possono essere danneggiate?
‐ Nella mandibola: il nervo alveolare inferiore (con conseguenti turbe della sensibilità del labbro inferiore), strutture vascolari, in caso di sfondamenti della compagine ossea (con conseguenti emorragie sia intraoperatorie, ben controllabili, che post operatorie) .
‐ Nel mascellare superiore: seno mascellare, fosse nasali.

• Dopo l'intervento ci possono essere inestetismi?

Si tratta di piccoli o medi interventi chirurgici e per questo motivo, talora si possono verificare ematomi, che si riassorbono in breve tempo, o un leggero gonfiore delle zone interessate.

• Se non c'è una quantità di osso adeguata per mettere un impianto?
In queste situazioni si procede con la ricostruzione delle quantità di osso utili. Nei casi più estremi si può procedere con un prelievo di un blocco
di osso dalla cresta iliaca del paziente (dal fianco), oppure di stecche di osso dalla teca cranica, per procedere con grosse ricostruzioni.
Nei casi di ricostruzioni più limitate,  si può procedere con prelievi di blocchetti di osso prelevati dall'angolo della mandibola, che vengono poi avvitati dove occorra.
Altrimenti più semplicemente si può procedere con l'innesto di un mix di particolato di osso, prelevato dalla bocca del paziente stesso, mescolato con vari biomateriali sintetici o utilizzando osso bovino  o equino ,  ed eventualmente proteggendo l'innesto con una membrana collagenica.